diciannove e quarantotto

Le rondini brulicano in cielo. Il sudore sulla fronte non scende più. Appoggio la bicicletta a terra. Mi siedo sul ciglio della strada, con la stessa disinvoltura con la quale un uomo si siede sul divano di casa.

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Quando un viaggiatore in bicicletta può considerarsi tale?


Mi tolgo per un attimo le scarpe, e mi rinfresco i piedi tra l’erba.
Sicuro. Si è viaggiatori in bicicletta quando alle diciannove e quarantotto non si hanno programmi. E non c’è nessuna intenzione di fare programmi. Credo sia così.
Magari lo chiederò a qualcuno che davvero è un viaggiatore in bicicletta.
Sfilo dalla borsa a manubrio qualche nocciola.
Sono le diciannove e quarantotto. Ci rimettiamo in sella. Senza programmi ovvio. Lasciateci fantasticare.
Qua è là in Val d’Orcia e sulle pendici del Monte Amiata (Siena e Grosseto).

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