Uno sgabello

Dietro la curva appare una malga. Ed è un pò come se l’avessi già saputo. Due galline si aggirano vicino alla porta dalla quale esce un giovane.  La mia curiosità però inciampa su uno sgabello con un piede solo fissato ad un piolo della legnaia.

Il legno è scuro, pregno di storie da raccontare e preziosamente vellutato. Uno sgabello umile con un piede solo, perfetto per porsi rispettosamente accanto al ventre dell’animale durante la mungitura, senza infastidirlo.

Mi fermo sul pendio. Il cuore leggero picchietta e il fiato è corto. Alzo lo sguardo e il sentiero è al di sopra di ogni aspettativa. Ripido, con rocce spigolose ed un fondo irregolare. Alle mie spalle, più in basso, la valle ha una profondità difficile da descrivere per i toni di verde e i volumi di roccia che bucano l’orizzonte.
Mi inginocchio al lato della bici. Umile come il giovane malgaro e il suo sgabello. La mano sinistra afferra i foderi della forcella, la mano destra la pedivella, sollevo la bici e la metto sulle spalle.
Inizia una lenta e silenziosa marcia fino al passo. Una salita diversa che mi porta su montagne grandi, così grandi che solitamente respingevano la bicicletta perchè severe e impossibili da pedalare.
Mi sbagliavo, come spesso accade.
Bastava un approccio differente. Bastava uno sgabello con un piede solo.

Luglio 2019  – Courmayer, Tete La Troche – Cogne, Colle Invergneux.
Fotografie Luca “Bompa” Bompani e orme.tv